Questa forma di allevamento facilita la gestione della chioma e consente l’adozione di moderni sistemi di protezione dagli eventi atmosferici avversi. L’unico vincolo è il portinnesto magaleppo.
Le varietà di ciliegio della serie Sweet (Aryana, Lorenz e Gabriel), così come la cv Giant Red, hanno dato risultati più che promettenti quando allevate a “vaso multiasse” e innestate sul portinnesto tradizionale dell’area mediterranea (magaleppo). Per quanto riguarda la produttività e la qualità dei frutti, intesa anzitutto come pezzatura, ma anche come colorazione e croccantezza della polpa, la buona resa produttiva, unita alla facilità di raccolta e di gestione da terra della pianta, rende questo sistema valido per una diffusione più ampia nell’intero comprensorio pugliese e, in generale, in ambito mediterraneo.La possibilità di poter proteggere l’impianto con strutture antigrandine e antipioggia, che garantiscono la produzione, conferisce sicurezza all’investimento. L’auspicio è che questa prima esperienza, da affinare e migliorare anche con l’utilizzo di altre varietà, dia nuova fiducia e slancio al settore cerasicolo pugliese, assicurando anche un pieno sfruttamento degli investimenti effettuati parallelamente nelle strutture di condizionamento e packaging locali.
Articolo completo su rivista di Frutticoltura n.5/2020
L’impianto in provincia di Bari
Il ciliegeto nel quale è stato adottato il “vaso multiasse”, oggetto delle prime osservazioni di seguito riportate, è sito a Conversano, in provincia di Bari, in una zona caratterizzata da elevata precocità di maturazione (raccolta nei primi giorni di maggio).
L’impianto si estende su una superficie di circa 3 ettari, con densità di 667 piante/ha; il sesto è rettangolare, con distanze di 5 metri tra le file e 3 sulla fila.
Nell’inverno 2013 sono stati messi a dimora astoni delle varietà Giant Red, Sweet Aryana, Sweet Lorenz e Sweet Gabriel, tutte innestate su magaleppo da seme.
Alla fine del primo anno di vegetazione, le piante sono state raccorciate a 65 cm dal terreno a seguito dei danni causati da una intensa grandinata che aveva fortemente danneggiato i rami e compromesso sensibilmente la loro crescita.
Nella stagione 2015, grazie alla vigoria impressa da un ampio apparato radicale, si è avuta una forte ripartenza vegetativa, con un numero medio di 4-6 germogli per pianta. Nel mese di maggio si è provveduto all’esecuzione di un taglio di raccorciamento dei germogli a circa 25 cm dall’inserzione sul tronco, su materiale semi-legnoso. In questa maniera, grazie ad una appropriata gestione idrica e nutrizionale, si è ottenuta una rapida ripartenza vegetativa con un numero medio di 15-20 assi vegetativi per pianta. Questi assi sono stati lasciati crescere a “tutta cima” per il resto della stagione.
Le operazioni di potatura invernale sono state mirate essenzialmente a favorire la penetrazione della luce nella chioma degli alberi attraverso l’eliminazione dei rami laterali, specialmente nella parte apicale.
L’obiettivo di questi interventi è stato essenzialmente quello di anticipare l’entrata in produzione dell’impianto, abbreviando il periodo improduttivo ed iniziando ad avere una prima, seppur ridotta, produzione già alla 3a foglia.
A partire dalla stagione 2019 il ciliegeto è stato dotato di una struttura di protezione contro grandine e pioggia.
Il vaso multi-asse e la copertura antigrandine
L’adozione del sistema di allevamento a “vaso multi-asse” è sicuramente una novità per il comprensorio pugliese, innanzitutto per il suo differente approccio alla fase di allevamento.
Questo sistema è riuscito, nel caso in questione, a riequilibrare la vigoria mantenendo produttive anche le parti basse e interne della pianta. I “punti di fruttificazione” (dardi) sono quindi aumentati e di conseguenza è aumentato il potenziale produttivo della pianta stessa.
Gli assi del “vaso multi-asse” sono caratterizzati dal fatto di essere rivestiti da cima a fondo di dardi, a differenza di quanto accade nelle piante potate tradizionalmente dove i ripetuti tagli degli apici vegetativi determinano la mancata formazione dei dardi o il disseccamento degli stessi nelle porzioni di branca al di sotto del taglio.
Il “vaso multi-asse”, avendo più cime concorrenti, canalizza il vigore della pianta senza compromettere la produttività; inoltre, non essendo mai stati cimati, gli assi in questione hanno mantenuto la loro flessibilità per cui è possibile effettuare la raccolta da terra o con l’ausilio di corte scale anche in piante alte 3,5-4 metri.
L’esito positivo si spiega con la sostituzione di una potatura di raccorciamento degli assi vegetativi, cioè dei rami di un anno (in inverno o a fine estate) con una potatura verde primaverile di cimatura degli assi vegetativi, cioé dei germogli.
Le varietà presenti nell’impianto hanno manifestato nella media un buon adattamento al “vaso multi-asse” su portinnesto vigoroso quale il magaleppo da seme, con assi rivestiti in modo omogeneo e produzioni attorno ai 25-30 kg per pianta.
Si discosta leggermente la varietà Sweet Lorenz che manifesta in questa combinazione di innesto un vigore eccessivo per cui è possibile trovare spesso assi verticali poco flessibili e poveri di dardi, se non nella parte apicale. In questi casi si è proceduto ad indebolire gli assi in questione con incisioni nella fase di ripartenza vegetativa o alla loro speronatura al fine di ottenere nuovi germogli con cui sostituirli.
Il sistema di allevamento descritto, pur utilizzando un portinnesto vigoroso come il magaleppo, è riuscito a contenere il volume della chioma rispetto al vaso tradizionale, permettendo le prime esperienze di copertura con reti e teli per la protezione dal vento e dai danni da pioggia e grandine.
La struttura adottata è brevemente descritta nella tabella 1; si è ricorso ad un struttura del genere in quanto la zona è soggetta a forti venti di scirocco e maestrale.
Tab. 1 – Caratteristiche tecniche dell’impianto di copertura |
Pali laterali perimetrali costituiti da putrelle in ferro con profilo di 100 mm e altezza di 6,5 m (2,5 interrati e 4 fuori suolo) |
Palificazione sulla fila con pali di cemento di sezione 7×7 (interrati 0,5) |
Cavi perimetrali in acciaio Ø 8 mm; cavi laterali di Ø 6 mm |
Cavi di acciaio della piramide per la copertura di Ø 3 mm |
Teli di plastica laminata HDPE LDPE di larghezza 2,6 m per ognuna delle falde (Anisolar Plus-Aniplast) |
Teli antigrandine di larghezza 5 m, con rete di maglia 2,6/4 (2,6 fili/cm di ordito; 4 fili/cm di trama) |
Costo/ha chiavi in mano: circa € 43.000 |
Risultati produttivi
L’impianto in questione ha iniziato a dare i primi frutti a partire dalla 3a foglia, circa 5 kg per pianta. Negli anni successivi le produzioni sono andate crescendo per raggiungere i 28 kg/albero alla 5a foglia (corrispondenti a circa a 18,7 t/ha), risultati difficilmente raggiungibili nello stesso contesto con i sistemi di allevamento tradizionali e con le varietà classiche (Moreau, Giorgia, Ferrovia).
Va inoltre notato che, nonostante le elevate produttività per ettaro, il calibro non sia stato penalizzato. Le varietà della Serie Sweet, così come Giant Red, sono infatti caratterizzate da elevate pezzature, unite a elevata consistenza della polpa, croccantezza e tenuta in pianta. Il calibro dei frutti non è sceso mai sotto i 26 mm, con una prevalenza di frutti nelle classi 28-30, 30-32 e 32+,(rispettivamente 27, 38 e 19%). La raccolta di queste varietà si è concentrata tra la prima e la terza settimana di maggio, con Sweet Aryana prima varietà a maturare, seguita da Sweet Lorenz, Sweet Gabriel e, infine, Giant Red.
La differenza nell’epoca di maturazione tra le varietà è risultata minima per cui per futuri impianti si consiglia di scegliere solamente due o al massimo tre cultivar, preferendo Sweet Aryana per auto-fertilità e produttività e Sweet Gabriel per produttività e pezzatura.
Va registrata la elevata suscettibilità al “cracking” dei frutti di Sweet Gabriel e Giant Red, motivo per cui si è scelto nella stagione 2019 di realizzare un impianto di protezione contro grandine e pioggia. Promettenti risultati sono stati registrati con la cv Sweet Lorenz, che sebbene leggermente meno produttiva delle altre sorelle della serie Sweet ha tuttavia fatto registrare una buona tolleranza al “cracking”.
Tra le ulteriori osservazioni, va notato che in questa tipologia di impianto produttività e pezzatura dei frutti sono direttamente proporzionali alla vigoria. Le piante più vigorose, infatti, sono anche quelle che garantiscono una migliore produzione e una maggiore percentuale di frutti nelle migliori classi di calibro. Piante deboli tendono, infatti, proprio per l’elevato potenziale produttivo dovuto all’elevato numero di dardi, a penalizzare le pezzature specialmente nella parte più alta degli assi.
Non sono state osservate differenze rispetto ai sistemi tradizionali per quanto concerne la difesa dai principali parassiti e patogeni, così come per quanto riguarda le esigenze idriche e nutrizionali della pianta.
Autori: Lorenzo Laghezza, Vito Antonio Nicola Melillo e Luigi Catalano
Data di pubblicazione: 12/06/2020