“I prezzi possono essere ancora interessanti, ma servono ciliegie che abbiano le giuste misure. Secondo me per l’Italia del nord servono frutti di 28 di calibro, consistenza superiore a 70 ID e 18 Brix”. Lo ha affermato il professor Stefano Lugli di SL Fruit Service intervenendo nei giorni di Macfrut al convegno “Quali Biosolutions per ciliegie di qualità”, organizzato da Agri2000 Net e con oltre 200 operatori del settore partecipanti.
Per dare un quadro internazionale del ciliegio a livello internazionale sono intervenuti Carlos Tapia, fondatore e direttore di Avium, maggiore centro di consulenza tecnica del Cile, e Belit BalcidDirettore di Alara, il maggior produttore di ciliegie della Turchia.
“In Cile gli ettari coltivati a ciliegio sono cresciuti esponenzialmente dal 2010 ad oggi. Si è passati dai 18.600 del 2010 a 76.000 ha nel 2024. Ciò nonostante esistono diverse problematiche agronomiche e di mercato, come la pezzatura, il livello di sostanza secca e di grado zuccherino e la resistenza del picciolo. In questo senso le biosoluzioni possono essere una risposta”, ha spiegato Tapia.
“In Turchia le tonnellate di ciliegio prodotte sono in calo negli ultimi anni – ha affermato Belit Balci – così come il livello di esportazioni nel mondo. Abbiamo bisogno di innovazione per risolvere i problemi relativi ai cambiamenti climatici, alle avversità biotiche e alla struttura del suolo”.
Ultimamente sembra esserci più redditività dalle ciliegie prodotte al nord rispetto a quelle del sud. A tal proposito Lorenzo Laghezza di Agrimeca ha affermato che “la cerasicoltura meridionale soffre del mancato rinnovo degli impianti per il susseguirsi di annate difficili da un punto di vista climatico: gelate, picchi di alte temperature, piovosità eccessiva nella fase di raccolta. Ma anche di mercato come eccessiva presenza di calibri ridotti per condizioni climatiche avverse e sovrapposizione con prodotto di provenienza comunitaria ed extracomunitaria nel periodo medio tardivo. Questo, a differenza di quanto accade nel nord Italia, dove si è investito maggiormente in innovazione, dalle varietà alle nuove soluzioni di protezione della coltura”.
“Il ciliegio è una coltura di grande interesse a livello mondiale – ha detto Camillo Gardini di Agri2000 Net – e, dove realizzata con tecniche ottimali, in grado di dare grandi soddisfazioni a tutta la filiera. Il Cile è il paese guida per innovazione e per ritmi di crescita delle superfici, la Turchia è il maggiore produttore storico, l’Italia vuole riconquistare una sua leadership attraverso modifiche nelle tecniche produttive ed organizzative. Le biosolutions, per la crescente domanda di sostenibilità, per l’acuirsi delle problematiche biotiche ed abiotiche e delle richieste del consumatore, possono diventare ‘perno’ fondamentale per impostare linee tecniche innovative capaci di rendere la coltivazione del ciliegio sempre più profittevole per i produttori”, ha affermato Camillo Gardini di Agri2000 Net.
A raccontare le biosolutions innovative per il ciliegio sono stati Fabio Galli di UPL, Silvano Locardi di Bayer, Janine Dahms di Kelpak e Gaetano Bentivenga di Syngenta Biologicals.
Le biosoluzioni proposte dalle aziende presenti all’evento, puntano soprattutto a migliorare l’impollinazione, l’allegagione, l’accrescimento e il calibro dei frutti anche in condizioni climatiche avverse, e di contrastare il fenomeno del cracking e i principali insetti e patogeni antagonisti, riducendo al tempo stesso l’impatto ambientale.
Autore: FreshPlaza.it
Data di pubblicazione: 17/05/2024