Domenico Zagaria, agronomo di Agrimeca Grape and Fruit Consulting, continua a descrivere il suo punto di vista sulla stagione delle uve medio tardive.
Sempre in tema di emergenze fitosanitarie l’agronomo continua: “Tra la fine di settembre e la prima settimana di ottobre è stata rilevata nelle zone perimetrali dei vigneti la presenza di larve di tignoletta. In un primo momento abbiamo pensato che l’insetto, grazie alle condizioni climatiche favorevoli, avesse sviluppato una quarta generazione. Solo in seguito abbiamo ipotizzato che poteva trattarsi anche di Cryptoblabes gnidiella o ‘tignola rigata della vite e degli agrumi’, che compie voli consistenti proprio nel periodo tardivo e la cui presenza è stata già segnalata nel Nord Barese. Al momento, come detto, si tratta solo di un’ipotesi in quanto non abbiamo avuto modo di effettuare il riconoscimento dell’insetto”.
Per Zagaria uno dei problemi più gravi a cui si è dovuto far fronte è stata la siccità: “Purtroppo, gli interventi irrigui effettuati durante il periodo estivo non sono stati sempre adeguati. Con l’approssimarsi dell’autunno si è registrato il persistere di condizioni siccitose e fino a novembre si è reso necessario irrigare i vigneti in cui era presente ancora uva non raccolta. La disponibilità idrica nel terreno in quel periodo era ancora molto bassa e in molti casi si è assistito alla caduta delle foglie e ad una perdita di turgore degli acini. Tale situazione ha richiesto, in molti casi, interventi di fertirrigazione per cercare di recuperare la consistenza delle bacche”.
Nel complesso la stagione 2017 per l’agronomo è stata positiva: “I tagli sono stati effettuati in maniera spedita fino alla seconda decade di novembre, i prezzi sono stati molto vantaggiosi, il basso utilizzo di prodotti fitosanitari e la sanità delle uve – che non ha richiesto particolari e dispendiosi interventi di tolettatura – hanno limitato i costi di produzione. Tuttavia, in molti casi si è reso necessario eseguire trattamenti di emergenza, in particolar modo contro alcune delle avversità prima descritte, aumentando così il numero di residui nell’uva in una stagione favorevole. Inoltre, le condizioni di caldo e di elevata luminosità hanno favorito un’ottima maturazione del legno ed una buona colorazione delle uve, anche di quelle pigmentate che solitamente incontrano difficoltà come Crimson Seedless, ad esclusione ovviamente di quegli impianti che con molta probabilità sono affetti da virosi”.
Il tecnico conclude con una riflessione: “L’abitudine degli esportatori a richiedere a posteriori il numero di residui contenuti nell’uva sta diventando ridicola. Se i commercianti sono interessati ad acquistare uva con un determinato profilo residuale devono fare accordi preventivi con le aziende produttrici in modo da raggiungere l’obiettivo concordato, e non imputare ai tecnici loro mancanze e scarsa organizzazione. Gli stessi esportatori, poi, acquistano tranquillamente uve che contengono 11-12 residui a prezzi elevati e senza farsi problemi”.
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Fonte: uvadatavola.com
Data di pubblcazione: 11/01/2018