Ciliegio, una coltivazione sempre più complicata

Negli ultimi anni, coltivare ciliegio è diventato sempre più complicato, sia per problemi di meteo sia di malattie e insetti, con relativa mancanza di principi attivi per la difesa. Si parlerà di questi problemi, cercando di dare suggerimenti e soluzioni, al convegno “Quali biosolutions per ciliegie di qualità?” Questo il focus al centro del Biosolutions International Congress in programma giovedì 9 maggio (Sala Neri dalle ore 10.30) a Macfrut. La partecipazione è gratuita, previa registrazione (in calce i riferimenti).

 

Lorenzo Laghezza di Agrimeca, esperto di coltivazione del ciliegio, dà qualche anticipazione. “Attualmente, la protezione della coltura dalle avversità biotiche e abiotiche (piovosità eccessiva nella fase della raccolta e infestazioni da Drosophila suzukii) e il reperimento di una grande quantità di manodopera nel momento cruciale della raccolta costituiscono i principali punti critici nella gestione della coltura del ciliegio”.

Le biosoluzioni possono dare una mano agli agricoltori per ottenere migliori risultati, il tutto con il massimo rispetto ambientale. “Fra i biostimolanti, tra i prodotti di più largo utilizzo figurano gli interruttori di dormienza. Nell’attuale contesto di cambiamento climatico è ormai prassi comune l’applicazione, in ambito meridionale, di prodotti che aiutino la differenziazione a fiore delle gemme, specialmente negli areali e nelle stagioni in cui mancano le ore di freddo sufficienti per le diverse cultivar”.

Molto importanti sono anche tutti quei prodotti che agiscono sulla pezzatura, sugli aspetti estetici, sulla prevenzione del fenomeno del cracking e nei casi di stress abiotici.
“Molti di questi prodotti sono ormai consolidati sulla coltura, sebbene in alcuni casi sia opportuno ricalibrare alcuni aspetti della loro applicazione: tempistiche e dosaggi degli interruttori di dormienza.

Ultimamente sembra esserci più redditività dalle ciliegie prodotte al nord rispetto a quelle del sud? A tal proposito Laghezza afferma che la cerasicoltura meridionale soffre del mancato rinnovo degli impianti per il susseguirsi di annate difficili da un punto di vista climatico: gelate, picchi di alte temperature, piovosità eccessiva nella fase di raccolta. Ma anche di mercato come eccessiva presenza di calibri ridotti per condizioni climatiche avverse e sovrapposizione con prodotto di provenienza comunitaria ed extracomunitaria nel periodo medio tardivo. Questo, a differenza di quanto accade nel nord Italia, dove si è investito maggiormente in innovazione, dalle varietà alle nuove soluzioni di protezione della coltura”.

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Autore: Cristiano Riciputi © FreshPlaza.it

Data di pubblicazione: 06/05/2024