I futuri scenari della frutticoltura italiana e regionale ai tempi della crisi

Alcune riflessioni sulle difficoltà del momento e sulle vie d’uscita e le strategie da adottare per un comparto d’eccellenza dell’intero comparto agricolo nazionale.

 

“La crisi è la migliore benedizione che può arrivare a persone e nazioni, perché la crisi porta progresso. La creatività nasce dalle difficoltà nello stesso modo in cui il giorno nasce dalla notte oscura. È dalla crisi che nascono l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi attribuisce alla crisi i propri insuccessi inibisce il proprio talento e ha più rispetto dei problemi che delle soluzioni. La vera crisi è la crisi dell’incompetenza. Senza crisi non ci sono sfide e senza sfida la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non ci sono meriti. È dalla crisi che affiora il meglio di ciascuno, poiché senza crisi sfuggiamo alle nostre responsabilità e quindi non maturiamo. Dobbiamo invece lavorare duro per evitare l’unica crisi che ci minaccia: la tragedia di non voler lottare per superarla”.

Queste considerazioni di Albert Einstein, scritte riferendosi alla crisi economica globale del 1929, fanno riflettere sul momento difficile che stiamo attraversando anche nel comparto ortofrutticolo.

La guerra russo-ucraina ha messo in evidenza le fragilità di interi Paesi che hanno costruito i loro modelli di sviluppo sulla globalizzazione, dipendendo così quasi totalmente gli uni dagli altri. Paesi che rappresentano le economie trainanti del nostro pianeta e che ora rischiano di essere giganti dai piedi d’argilla. La tragedia in atto porterà sicuramente alla revisione delle politiche comunitarie e della PAC in particolare.

In Italia questi cambiamenti avranno maggior importanza considerato il ruolo di Paese trasformatore in campo agroalimentare per intere filiere – cereali/pasta, mangimi/zootecnica e latte-derivati, ecc..

Il mondo agricolo e della frutticoltura sono chiamati ad affrontare difficoltà inimmaginabili fino a qualche settimana fa, quando le maggiori preoccupazioni avevano le radici nel rischio di gelate tardive, del costo di carburanti e fertilizzanti.

Il maltempo ha colpito duro in molte zone, con esiti fortunatamente non così pesanti come immediatamente stimato dopo gli episodi avversi. Ci si avvia alla campagna produttiva con la speranza di far quadrare i bilanci; restano al momento le forti criticità e incognite sui costi energetici e dei carburanti, su quello dei fertilizzanti e di altri materiali, come gli imballaggi.

I dati di Fruitimprese, elaborati sulla base di quelli rilevati dall’Istat, indicano che nel 2021, rispetto al 2020, il valore dell’export supera i 5,2 miliardi di euro (+8,3%), dato associato alle quantità (+1,8% pari a 3,6 milioni/tons). Da sottolineare come all’aumento in valore dell’export (+8,3%) corrisponda un volume di prodotti esportati dell’1,8%: significa che all’estero pagano bene il prodotto made in Italy.

In calo l’import, sia in valore (-0,3%) che in quantità (-1,5%). Il valore dell’import infatti si ferma a poco meno di 4,18 miliardi. Il saldo commerciale positivo anno su anno è di oltre 1 miliardo di euro, con un incremento del 62,1% rispetto all’anno precedente. Mele, uva da tavola, kiwi, arance, pesche e nettarine le referenze che hanno trainato verso questi positivi risultati

Fioritura di ciliegi allevati a multiasse al 3° anno di etàFioritura di ciliegi allevati a multiasse al 3° anno di età

Cosa ci aspetta in questa stagione?

Qual è lo scenario con l’ancora più stringente embargo russo, le difficoltà logistiche e i maggiori costi dei trasporti, la competizione di Paesi produttori con costi notoriamente inferiori ai nostri (mele/Polonia; uva da tavola, pesco e arance/Spagna; kiwi/Grecia) e con produzioni che possono riversarsi sul mercato europeo?

Alla necessità di aprire nuovi mercati, in molti casi oggi preclusi per l’assenza di accordi istituzionali che permettano il superamento delle barriere fitosanitarie, c’è l’urgenza di una transizione tecnica che permetta di produrre qualità e quantità spendendo meno.

Non è questa una contraddizione, uno slogan lanciato ad effetto. Oggi tutto ciò è realizzabile se alla base della progettazione di un nuovo impianto, le scelte tecniche sono attentamente valutate e pianificate.

A livello delle singole aziende agricole o unità produttive, alcuni comportamenti razionali possono avere grande impatto e rappresentare un risparmio notevole che poi incide enormemente sul bilancio aziendale e sulla possibilità stessa di fare impresa con successo:

Sistemi colturali semplici e facilmente proteggibili dalle calamità atmosferiche

Prediligere forme di allevamento libere, semplici da adottare e senza eccessivo utilizzo di manodopera specializzata (sempre più carente) che diano la possibilità di protezione passiva contro grandine, vento, pioggia con reti e teli protettivi. Un esempio virtuoso è rappresentato dal vaso multiasse del ciliegio.

Scelta del portinnesto e delle varietà

Prediligere quelle che rispondono alla vocazionalità dell’area da coltivare, richieste dal mercato e quindi lavorate e d’interesse dagli operatori commerciali. L’ampia scelta varietale permette oggi di trovare soluzioni per ogni condizione colturale abbassando enormemente il rischio di insuccessi.

Gestione oculata dei fattori di produzione

Stazione meteorologica per la rilevazione dei dati a supporto delle decisioni per la conduzione agronomica dei frutteti.

Oggi non è più concepibile l’utilizzo di acqua e concimi sulla base di comportamenti tradizionalmente praticati o per sentito dire. Non è più pensabile erogare l’acqua “ad ore”, senza conoscere i valori somministrati che devono essere correlati alle reali necessità della pianta in quel preciso momento del ciclo colturale. Attraverso l’utilizzo di DSS (Decision support system), sono disponibili sistemi di supporto alle scelte aziendali dai più semplici, idonei ad aziende di piccole dimensioni, a quelli più sofisticati. Stesso discorso vale per i concimi, ma anche per i mezzi di protezione contro gli organismi nocivi delle colture.

Corretta e razionale gestione del suolo Prediligere tecniche conservative per la gestione del suolo, consci della necessità di preservare e incrementare il contenuto di sostanza organica dei nostri terreni, al fine di favorire un miglior utilizzo della risorsa idrica e ridurre i fenomeni di erosione. Alla luce dei costi dei carburanti e dei mezzi agricoli, si è mai quantificato il costo di un intervento non dovuto in termini di energia (carburante), usura mezzo, costo personale?

Coppia di tensiometri per rilevare il contenuto idrico. Strumento semplice, di facile lettura ed interpretazione.

Come si vede, si tratta di comportamenti che ricadrebbero nelle più comuni “buone pratiche agricole”, senza costi aggiuntivi per le imprese, se non l’impegno a essere imprenditori nello stretto significato economico del termine.

Nella consapevolezza che una politica dei prezzi non risulta praticabile, anzi lo scenario porta a prevedere un loro abbassamento per eccesso di offerta, nuovi canali verso i consumatori andrebbero attivati.

In Puglia, regione che sta attirando flussi turistici importanti, potrebbero essere realizzate iniziative di promozione di grande effetto, che avrebbero di sicuro risvolti duraturi per la frutta estiva: far assaggiare ai turisti frutta matura (ready to eat / ready to ripen), distribuita attraverso una filiera cortissima nei luoghi di villeggiatura, legherebbe aromi e sapori a momenti di svago, condizione che di sicuro svilupperebbe una domanda di quei frutti una volta tornati a casa.

Percorsi simili sono stati attuati in altre realtà (in California 30 anni fa il consumo della frutta estiva toccò il fondo, mostrando poi la ripresa quando furono offerti nuovamente prodotti di qualità derivanti da nuove varietà e frutti prontamente edibili) e i risultati dimostrano la bontà di queste scelte.

Gli italiani, e gli imprenditori pugliesi in particolare, pionieri nell’innovazione e di nuove coltivazioni e modelli colturali, oggi sono chiamati a un ulteriore impegno imprenditoriale che necessità di fantasia, capacità e velocità di adattamento, miglior utilizzo delle risorse, creazione, promozione e proposizione di nuovi prodotti, il tutto supportato da una maggior conoscenza e dalla tecnica.

L’imperatur è quello di produrre meglio = QUALITA’, spendendo meno

E a questa sfida lanciata dalla “crisi”, sono chiamate a rispondere anche le istituzioni, attraverso la realizzazione di politiche mirate e misure facilmente attuabili. Le prospettive di rilancio del comparto frutticolo passano proprio dalla forza e dalla compattezza che il territorio saprà esprimere, dall’esperienza accumulata, dalle capacità tecniche e dalla visione dei nostri imprenditori. Non possiamo sbagliare.

 

Data di pubblicazione: 21/04/2022