Dalla finanza agevolata alle competenze tecniche, i punti salienti dell’incontro dedicato all’olivicoltura organizzato dallo Studio Vendola
Si è tenuto venerdì 21 febbraio presso il Cinema Teatro Comunale di Torre Santa Susanna (BR) l’incontro che ha riunito esperti e operatori del comparto per discutere le sfide attuali e le prospettive future dell’olivicoltura salentina. L’evento, promosso e organizzato dallo Studio Vendola Srl, ha rappresentato un’importante occasione di confronto su strategie e strumenti necessari per affrontare le conseguenze della Xylella, che dal 2013 ha distrutto gran parte degli oliveti del Salento.
Olivicoltura: nuove varietà per convivere con la Xylella
Uno dei temi centrali affrontati è stato il ruolo delle nuove varietà di olivo come strumento per rilanciare l’olivicoltura in un territorio ormai destinato a convivere con questo batterio fitopatogeno. In linea con questo approccio, Roberto Roberti, responsabile commerciale della società vivaistica spagnola Agromillora, ha aperto il dibattito evidenziando l’importanza del miglioramento genetico nell’affrontare la minaccia della Xylella, che ha provocato gravi danni paesaggistici e ambientali, con la morte di milioni di piante.
“La scelta può essere subire o reagire di fronte a questa problematica” – ha affermato, sottolineando come la ricerca stia già offrendo soluzioni promettenti attraverso quattro varietà attualmente utilizzabili nell’area infetta: Leccino e Leccio del Corno, adatte a densità medio-basse, FS-17, ad alta densità, e Lecciana, nata dalla collaborazione tra Agromillora e l’Università di Bari.
Proprio su quest’ultima varietà si è focalizzato l’intervento dell’esperto, che ha colto l’occasione per presentare la cultivar. Resistente a Xylella e tollerante alla mosca dell’olivo, la varietà Lecciana è stata proposta quale valida alternativa per l’olivicoltura salentina, specialmente in ottica di un sistema di coltivazione superintensivo. “Questo modello – ha infatti spiegato – permette di ridurre i costi di produzione e migliorare la costanza produttiva, garantendo una gestione quasi interamente meccanizzata: tutti obiettivi fondamentali per il futuro dell’olivicoltura”.
Gestione moderna degli impianti olivicoli
“Il lavoro non può certo terminare con l’ottenimento di varietà resistenti al batterio, anzi, è proprio da questo punto che inizia il lavoro di tecnici e olivicoltori nella gestione degli impianti” – le parole con cui ha subito dopo avviato la sua relazione Lorenzo Laghezza, referente di Agrimeca Grape & Fruit Consulting.
Illustrando le strategie per un’efficace gestione degli impianti moderni, Laghezza ha ricordato l’importanza della progettazione e della potatura meccanizzata. L’orientamento dei filari, l’adozione di tecniche innovative di raccolta e la scelta delle varietà più adatte sono elementi determinanti per la produttività e la sostenibilità. In questo contesto, l’esperto ha quindi delineato due strade percorribili: la prima che prevede l’impiego di varietà vigorose in impianti tradizionali (4×4), effettuando potature meccanizzate a siepe e raccolte tramite scuotitura a tronco, consentendo anche recuperi di impianti ormai abbandonati di Leccino; la seconda volta alla realizzazione di nuovi impianti superintensivi (4×1,5), che si inseriscono perfettamente nel nuovo paradigma produttivo.
L’importanza dell’irrigazione e della sensoristica
Per un’efficiente gestione dell’oliveto, fondamentale è poi l’irrigazione. A sottolinearlo nel corso del convegno Salvatore Scicchitano, responsabile di progettazione globale di Irritec che nel corso del suo intervento ha ribadito l’importanza dell’acqua come risorsa fondamentale per l’olivicoltura superintensiva. “Se nell’olivicoltura tradizionale l’irrigazione è importante, in quella superintensiva è fondamentale” – ha dichiarato, ricordando la necessità, per il superintensivo, di realizzare gli impianti di irrigazione a microportata ancora prima della messa a dimora delle piante e di dotarli di valvole autocompensanti, in grado di garantire portate costanti anche in presenza di pendenze o lunghi filari. “Oltre alle ali gocciolanti – ha spiegato Scicchitano – un altro metodo irriguo particolarmente efficiente nel superintensivo è quello della subirrigazione, che facilita la meccanizzazione e riduce le perdite d’acqua per evaporazione. Tuttavia, non è consigliata nei primi anni di impianto, poiché gli apparati radicali delle giovani piante sono ancora poco sviluppati”.
Progettare correttamente un impianto di irrigazione però non basta. Come richiamato, è poi essenziale disporre di strumenti di automazione e monitoraggio, necessari per ottimizzare le risorse e garantire un’efficace gestione idrica all’oliveto. “Solo attraverso una gestione intelligente delle risorse possiamo ridurre sprechi e incrementare l’efficienza produttiva” – ha infatti rilevato nell’intervento successivo Alberto Basilissi, responsabile commerciale per l’Italia di WiseConn, azienda che si occupa in maniera verticale, di automazione e monitoraggio per gli impianti di irrigazione. “L’integrazione di tecnologie avanzate, tra cui sensori, dati satellitari e DSS supportati dall’intelligenza artificiale, può rivoluzionare la gestione dell’acqua – ha infatti evidenziato – riducendo sprechi e incrementando l’efficienza produttiva negli impianti arborei”.
Meccanizzazione: una scelta obbligata per il futuro
Dell’importanza della meccanizzazione per un oliveto superintensivo hanno invece parlato Alfonso Faretra della Faretra Srl, Massimo Bidini della Volentieri Pellenc e Nicola Salatino dell’azienda Salatino Impianti e Servizi. La meccanizzazione, come sottolineato dagli esperti, rappresenta un aspetto fondamentale per sopperire alla mancanza di manodopera, ridurre i costi di gestione, ma soprattutto per migliorare la qualità del prodotto. Automatizzare le operazioni in campo, dalla messa a dimora delle piante alla potatura, fino alla raccolta, diventa dunque fondamentale per affrontare le sfide del mercato globale.
Finanziamenti e prospettive di sviluppo
A chiudere l’incontro tecnico, Andrea Vendola, promotore dell’evento, che ha posto l’accento sul tema dei finanziamenti disponibili per le aziende agricole e su come questi possano essere ottenuti. “I fondi disponibili e dedicati per le zone infette ammontano a un totale di 20 milioni di euro. – ha chiarito l’esperto – Si tratta di una cifra significativa che potrebbe fornire un importante sostegno economico per affrontare le sfide legate alla Xylella e rilanciare l’olivicoltura salentina”. Fondamentale, però, sarà la pianificazione anticipata da parte degli agricoltori per prepararsi a sfruttare queste opportunità non appena disponibili: “La possibilità di ottenere finanziamenti – ha infatti concluso – rappresenta, al pari delle competenze tecniche, un elemento chiave per supportare l’innovazione e la meccanizzazione nel comparto, garantendo così un futuro per l’olivicoltura del Salento”.
L’obiettivo comune emerso dall’incontro è chiaro: innovazione, ricerca e meccanizzazione sono le chiavi per il rilancio dell’olivicoltura salentina. Solo attraverso l’adozione di nuove tecniche e il sostegno delle istituzioni, un comparto tanto importante per un territorio come quello del Salento potrà superare le difficoltà e costruire un futuro produttivo e sostenibile.
Autore: Donato Liberto © fruitjournal.com
Data di pubblicazione: 24/02/2025